Archivio mensile:agosto 2023

Small cap USA, prospettive convincenti

“Le società statunitensi di minori dimensioni sono sempre più attraenti: la crescita degli utili e le prospettive sono positive, con importanti trend strutturali a supporto. È la view di Curt Organt, portfolio manager, T. Rowe Price.   “Per oltre un decennio, la performance del mercato azionario statunitense è stata dominata da un piccolo gruppo di società a grande capitalizzazione orientate alla crescita. Questa tendenza ha visto il mercato azionario statunitense diventare altamente concentrato nella fascia alta, con valutazioni di un piccolo gruppo di grandi società sempre più difficili da giustificare” osserva Organt. “È importante notare che quando l’alta concentrazione nell’indice S&P 500 comincia a scemare, di solito inizia un nuovo ciclo di sovraperformance delle small cap. Quando la liquidità viene riallocata passa da titoli altamente concentrati e potenzialmente sopravvalutati a titoli valutati in modo più attraente e più in basso nella scala di capitalizzazione”. Basti un dato: al 30 giugno 2023, i cinque titoli più grandi dell’indice S&P 500 avevano una capitalizzazione di mercato pari a 3,3 volte quella dell’intero indice Russell 2000 delle società più piccole.   Organt spiega che i titoli delle società statunitensi di minori dimensioni sono stati storicamente scambiati con un premio rispetto alle large cap, riflesso diretto del loro profilo di rischio/rendimento relativo più elevato. “Negli ultimi anni, tuttavia questa tendenza si è invertita: non solo i titoli delle small cap vengono scambiati a sconto rispetto alle loro controparti più grandi, ma lo sconto ha raggiunto livelli storicamente ampi, staccandosi di fatto dal suo intervallo “normale” di lungo periodo.  Anche a livello di valutazioni assolute, le società più piccole sono quotate al di sotto dei livelli medi di lungo periodo”   Ma allora quale sarà il catalizzatore che farà salire il segmento delle small cap statunitensi? “La risposta è semplice: la crescita degli utili e le prospettive sono positive, con importanti trend strutturali a supporto. In primis, la crescita dei servizi. Le società più piccole sono più orientate verso il mercato interno e quindi meglio posizionate per beneficiare dei cambiamenti di trend dell’economia statunitense” afferma Organt. “In seconda battuta, un’altra tendenza in atto dopo la pandemia è l’aumento della spesa in conto capitale (capex) negli Stati Uniti. La crescita degli utili delle società più piccole è altamente correlata alla crescita degli investimenti negli Stati Uniti, a causa dell’orientamento prevalentemente nazionale di queste attività. È inoltre in corso un’importante iniziativa per rifornire le catene di approvvigionamento statunitensi con il governo che sta fornendo ampi incentivi per incoraggiare una maggiore produzione nazionale”.   “Se da un lato il mercato azionario statunitense è stato caratterizzato da una crescente concentrazione nella fascia alta del mercato – aggiunge Organt – dall’altro è evidente un deterioramento della qualità nella fascia più piccola. Il numero e il peso dei cosiddetti titoli zombie nell’indice Russell 2000, definiti come società che faticano o non sono in grado di coprire i pagamenti degli interessi sul debito, sono saliti ai massimi storici. Questo aspetto è particolarmente rilevante oggi, poiché l’aumento dei tassi d’interesse comporta un aumento dei pagamenti degli interessi per queste società”. Organt evidenzia che al 31 dicembre 2022, il peso delle società zombie nel Russell 2000 era pari a quasi l’11%, quasi il doppio di quello registrato solo cinque anni fa, nel 2017. Ciò richiede un approccio di ricerca prudente per valutare il potenziale di crescita, la qualità e la scalabilità delle small cap, fattori fondamentali per il loro successo a lungo termine.    In sintesi, “a nostro avviso, l’interesse per le società statunitensi di minori dimensioni è sempre più attraente” chiarisce Organt. “I livelli di valutazione sono ai minimi e offrono agli investitori una rara opportunità di accedere a questa area dinamica, diversificata e orientata alla crescita del mercato azionario. Al di là della storia delle valutazioni, il cambiamento delle tendenze dell’economia statunitense favorisce anche le società più piccole, fungendo potenzialmente da catalizzatore per una crescita positiva degli utili nel lungo periodo. Tuttavia, questo segmento rimarrà sensibile ai capricci dell’economia e al sentiment del mercato, rendendo essenziale un approccio attivo”.” https://www.advisoronline.it/asset-manager/gestori-e-mercati-finanziari/71338-small-cap-usa-prospettive-convincenti.action#:~:text=Redazione%20Advisor-,Le%20societ%C3%A0%20statunitensi%20di%20minori%20dimensioni%20sono%20sempre%20pi%C3%B9%20attraenti%3A%20la,dell%27economia%20e%20al%20sentiment%20del%20mercato%2C%20rendendo%20essenziale%20un%20approccio%20attivo%E2%80%9D.,-Hai%20trovato%20questa

Come investire? NON COPIATEMI!

Bond corporate high yield, default in aumento

“S&P Global Ratings Credit Research & Insights prevede che il tasso di default sui 12 mesi delle obbligazioni corporate europee di grado speculativo potrebbe raggiungere il 3,75% entro giugno 2024, dal 3% di giugno 2023. È quanto si legge in un articolo pubblicato di recente dall’agenzia di rating dal titolo “The European Speculative-Grade Corporate Default Rate Could Rise To 3.75% By June 2024”.   Nonostante ci siano state revisioni positive delle proiezioni economiche di S&P Global rispetto alla precedente previsione di marzo, il peso dell’aumento dei tassi di interesse continua a crescere. “Sebbene una recessione possa essere evitata, la crescita è ancora stagnante e gli interessi pagati sono aumentati di circa il 15% rispetto a un anno fa per le aziende europee durante il secondo trimestre”, ha osservato Nick Kraemer, head of S&P Ratings Performance Analytics.   Nonostante S&P ritenga che le probabilità di una recessione siano più basse, il rischio principale è rappresentato dalla capacità delle imprese di servire il debito in uno scenario di flussi di cassa già in calo. Sebbene molte aziende abbiano ancora la possibilità di ricorrere a saldi di cassa elevati o di liberare liquidità attraverso tagli alle assunzioni o alle spese in conto capitale, riacquisti di azioni o dividendi, queste opzioni sono generalmente meno disponibili per la maggior parte degli emittenti con rating inferiore.   Molti degli emittenti più deboli nel secondo trimestre provengono da settori legati ai consumi. L’inflazione nella regione ha contribuito a indebolire la fiducia dei consumatori e a spostare la domanda dai beni di consumo di marca ai prodotti a marchio privato e scontati.” https://www.advisoronline.it/asset-manager/gestori-e-mercati-finanziari/71341-bond-corporate-high-yield-default-in-aumento.action#:~:text=S%26P%20Global,privato%20e%20scontati.

Come investire 100.000 euro partendo da zero

Settore Tech, un rally sostenibile?

“I titoli del settore tecnologico hanno registrato un’impennata, ma una tale sovraperformance è sostenibile? Oppure il boom dell’intelligenza artificiale imiterà l’esplosione di Internet e il successivo tracollo del 2000-2002? Per cercare una risposta a questo interrogativo Jeremy Schwartz, global chief investment officer, WisdomTree analizza nel dettaglio il rally degli ultimi mesi.   “Oggi i guadagni del settore si concentrano in grandi aziende come Nvidia e Meta – spiega – Schwartz con rendimenti da inizio anno pari rispettivamente al 225% e al 148%; questo ha permesso al Nasdaq 100 di sovraperformare l’S&P 500 di circa il 25% da inizio anno (dati al 21 luglio 2023, ndr) , soprattutto grazie alla sua maggiore ponderazione nel settore Tech ( circa il 60% rispetto al 27%)”.   Il gestore fa notare che il rally è stato accompagnato da una significativa espansione dei multipli di valutazione, con particolare riferimento al rapporto prezzo/fatturato (P/S).  “Alla fine di marzo 2023, Nvidia è diventata l’azienda con il rapporto P/S più alto sia nell’S&P 500 che nel Nasdaq 100. Da allora, il rapporto P/S non ha fatto altro che aumentare, raggiungendo un valore superiore a 40, basato sul fatturato degli ultimi 12 mesi. La relazione trimestrale sugli utili di Nvidia, tuttavia, ha previsto un forte aumento (60%) del fatturato futuro, per cui gli analisti lo stanno ora scontando, portando il multiplo a 25 volte il fatturato previsto per i prossimi 12 mesi”.   Come osserva Schwartz, questo ci spinge a porci una domanda fondamentale: sulla base di un campione storico di aziende che hanno raggiunto tali valutazioni in passato, quali sono le probabilità che Nvidia possa continuare a sovraperformare?   “All’interno dell’universo delle principali 500 aziende statunitensi per capitalizzazione di mercato, 99 società si sono distinte per il proprio rapporto P/S, il più alto mai raggiunto dagli anni ’60. Oggi Nvidia detiene questo primato” puntualizza il gestore. “Il settore Tech è quello in cui si concentra la maggior parte dei titoli con i multipli più elevati (il 27,3% delle società), seguito dai settori Health ed Energy, che rappresentano rispettivamente il 22,2% e il 17,2%. Per comprendere le dinamiche delle società con il miglior rapporto P/S, abbiamo esaminato le loro performance nei vari periodi successivi al momento in cui sono salite in testa. Abbiamo analizzato i loro rendimenti a 1, 3, 5 anni e fino alla fine del campione o a marzo 2023.  È emerso un modello interessante. Nell’anno successivo al momento in cui un’azione conquista la vetta del rapporto P/S per la prima volta, le relative aziende continuano a sovraperformare, battendo in media l’S&P 500 di quasi l’1,5%.   Ma il loro slancio vacilla negli anni a seguire: nei tre anni successivi, il loro rendimento medio annuo scende a -4,4% e il rendimento medio annuo a cinque anni scende ulteriormente a -1,5%. In particolare, i mercati registrano un rendimento annuo superiore al 9% nei successivi 3-5 anni; questo significa che, rispetto agli stessi, tali titoli ottengono una sottoperformance di oltre due cifre. Se consideriamo l’intera storia di questi titoli, il loro rendimento medio è ancora inferiore a quello del mercato di oltre il 12% all’anno”.   Schwartz prosegue spiegando che anche se scomponiamo il dato per settore, “sembra che una volta che un’azienda raggiunge la posizione di “top P/S”, faccia fatica a mantenere il suo slancio e a stare al passo con il mercato. I settori Tech ed Health, ovvero quelli con il maggior numero di società che rientrano in questa classifica, non sovraperformano neanche nel breve periodo, registrando in media rendimenti negativi”.   “Le 231 società che hanno raggiunto un P/S superiore a 25 hanno sovraperformato il mercato nell’anno successivo solo nel 21% dei casi, con un rendimento relativo mediano del -36%” chiarisce ancora il gestore. “Su orizzonti più lunghi, questa percentuale peggiora, raggiungendo il 9% nei 3 anni successivi e il 4% nei 20 anni successivi. Per i rapporti P/S più elevati (>40), superare il mercato in tutti i periodi diventa ancora più improbabile. Le possibilità che, a queste valutazioni, un titolo continui a vincere a lungo termine non giocano a favore di chi lo detiene.  Negli ultimi anni il mercato ha registrato un cambiamento: i rapporti prezzo/fatturato (P/S) elevati sono diventati sempre più comuni, soprattutto nel settore tecnologico. La nostra analisi suggerisce che un’eccessiva enfasi sui titoli ad alto P/S potrebbe rivelarsi fallimentare nel lungo periodo, in quanto potrebbe risultare difficile per queste aziende sostenere la rapida crescita necessaria a giustificare tali valutazioni e continuare la loro traiettoria di rendimento” conclude Schwartz.” https://www.advisoronline.it/asset-manager/gestori-e-mercati-finanziari/71330-settore-tech-un-rally-sostenibile.action#:~:text=I%20titoli%20del%20settore%20tecnologico%20hanno%20registrato,la%20loro%20traiettoria%20di%20rendimento%E2%80%9D%20conclude%20Schwartz.